Chino il capo
a mirar il corpo
trascinar un peso...
Teso!
A bastire rime,
fra il vapore ahimè
che impigrisce
e non redime...
Da un baluginio
di specchi,
intravedo occhi
che mi fissano stanchi
e una finestra...
Al di là di essa
una cresta,
odorosa di ginestra.
Quale inutile giogo
vale a privare me
di un aprico raggio!
E del tocco di una mano!
Ambo a puntar la via
di crepitante filigrana
e al timbro di una campana
a segar il penoso arcano
e vibrar la desiata armonia!
a mirar il corpo
trascinar un peso...
Teso!
A bastire rime,
fra il vapore ahimè
che impigrisce
e non redime...
Da un baluginio
di specchi,
intravedo occhi
che mi fissano stanchi
e una finestra...
Al di là di essa
una cresta,
odorosa di ginestra.
Quale inutile giogo
vale a privare me
di un aprico raggio!
E del tocco di una mano!
Ambo a puntar la via
di crepitante filigrana
e al timbro di una campana
a segar il penoso arcano
e vibrar la desiata armonia!
Poesia scritta il 28/06/2018 - 16:32Letta n.1023 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
piaciuta 

enio2 orsuni
30/06/2018 - 14:37 --------------------------------------
bella 

Francesco Cau
29/06/2018 - 14:26 --------------------------------------
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