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Mare a marzo

Vento c’è stato -dicono- ieri
ma oggi la luce è distesa
su immensità scalfita di berilli
il cuore s’adagia e riposa.
Né dispera, né che brilli
più attende, la stella per sé.


Gli scogli, le case ed i moli
dorati da miele verdastro
usciti da luoghi di fate e di re
i cani saggiano l’acque.
Più in là un arancio risplende
ripara l’invernale hippeastro
sotto un vociare di tende.


Tepore di madre che consola
è l’abisso racchiuso in un otre
affanni, ritmi esagitati, duoli
si sperdono in diagonali
in nubi striate oblunghe e vacue
laddove un gabbiano sorvola


sicuro dell’esistenza di un oltre
non sosta e non posa le ali.



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Poesia scritta il 30/03/2019 - 17:15
Da Carla Vercelli
Letta n.958 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


la tua solita eleganza
la ricercatezza nella cura delle immagini che rappresenti con quel tocco così delicato...
il mare a marzo è proprio come l'hai dipinto tu

laisa azzurra 30/03/2019 - 18:46

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