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RE DEI PAGLIACCI

Il poeta consumato
scrive versi a mozzafiato
sempre illuso, poverino,
d’esser letto dal vicino:
copia, incolla, "arrangia" il sito
egli è un re, un genio, un mito.


Ne vien fuori su due piè
uno strano non-so-ché
di parole-scarabocchio
combinando un gran pastrocchio.


Il poeta nel suo afflato
scuote il capo sconsolato
e la rima che non c’è
glissa invano, ma ahimè!


Il complotto è consumato
scorre il titolo al passato
clicca lì per quieto-vivere
tutto il merito a chi-non-sa-scrivere!



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Poesia scritta il 19/07/2020 - 12:10
Da Domenico De Marenghi
Letta n.1069 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Il re dei pagliacci si annida ovunque, scrive versi ma soprattutto prosa, oscuri ammassi di parole nauseabonde incipriate da fatuità incommensurabile.
Ciao


GiuliaRebecca Parma 19/07/2020 - 18:01

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Poeta pagliacioridotto a uno straccio vuole farsi sentire di lirica ancora stonata deve venire.
Come fosse serenata
pian piano deve essere accordata.
Nessuno nasce perfetto …
comporre per diletto anima da profeta
ma non chiamatelo poeta
perché scampo all’improvviso
disegnando il paradiso facendo a tutti buon viso.

Francesco Cau 2 19/07/2020 - 16:24

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