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Ogni notte che muore
lascia un'alba livida
che non ci sorprende più amanti
giacciamo con stracci
intrisi di fiele tra le coltri
ammalate d'indifferenza
inerzia
malizia
putredine della mente
scompensi del cuore ormai tradito
dall'amore
la gioia dei sensi divenuta
pellegrina
coriandoli avvelenati calati
dal soffitto
la tua pelle refrattaria ad ogni
brivido indotto
quanto tremava una volta
nel letto disfatto
tu senza più voce
rapita dal sonno complice
molesto
giaci come sola su questo talamo
immoto
ma quante parole ridenti
solevi donare la notte
le mani
piume vaganti
all'inguine sapevano indugiare
e dopo insieme si rideva
delle lenzuola amiche.
Luce di spettro entra ora
nella stanza
spruzza contorni su corpi ch'elusero
l'amore
condannati ad un algido inferno.


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Poesia scritta il 26/09/2020 - 19:28
Da sauro fambrini
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