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Nel genuflessorio, I tordi e la civetta

Cantò tre volte
la civetta sull’albero
della casa accanto,
narrò lo zio
che avrebbe portato
triplice pianto.


Fui io a udirla,
ancora bambino.
Anni dopo lasciava papà questo
mondo nel grigio di un mattino.


Nel mentre, ciò che
mi sottrasse la vita
resta alcune notti
ancora tra le dita.


Canta stasera la civetta ai
tordi di Da Vinci sulla promessa
infranta davanti a Dio.
Non c’è favola dal buio.
Intanto, ancora
lei con quel suo stridio.



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Poesia scritta il 18/07/2023 - 07:27
Da Mirko D. Mastro
Letta n.432 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Il lugubre canto della civetta lascia accanto tanta tristezza che mai si dimentica ma sempre accompagna nel grigiore d'un mattino.

Maria Luisa Bandiera 18/07/2023 - 15:20

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Molto bella e profonda. Buona giornata

Angela Bianco 18/07/2023 - 08:29

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