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La festa vuota

Alla vigilia del matrimonio, colei che doveva vestirsi di bianco, dopo una notte insonne, fece una scelta.
Il giorno successivo, nella sala ricevimenti Torre Rubino, le raffinate tovaglie somigliavano a dei fantasmi stesi. Sopra di esse, file di tovaglioli avvolti come coni senza gelato, i quali si affiancavano ai costosi piatti con relative posate e ai bicchieri di cristallo che sembravano provenire da una gioielleria.
Gli èpergne con i fiori rappresentavano un'inutile natura morta. A tenere tediosa compagnia ai centrotavola decorativi, le bellissime candele di cristallo destinate a rimanere spente. Nell'eventualità fossero state accese, sarebbero arse apparendo come luci fatate.
Lungo la parete, gli strumenti del DJ aspettavano invano di suonare dei dischi per far ballare gli sposi e gli invitati. Invece, sulla pista da ballo roteavano pigre svariate particelle di polvere.
Avrebbe dovuto esserci tanta gente, musica, discorsi, pianti di gioia, brindisi e risate, non una festa vuota dal penoso silenzio. La funerea atmosfera di quel locale si conformava all'interno di una casa di campagna, l'oramai ex nido d'amore. In una delle stanze, un uomo si trascinava sul pavimento. Alla sua sinistra, una bottiglia rovesciata di brandy dava origine a una pozza di liquido giallo ambra, distillato con lacrime amare.



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Racconto scritto il 09/05/2020 - 16:01
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.909 volte.
Voto:
su 10 votanti


Commenti


Me l'ero perso...bel raccontoi breve che in poche pagine condensa la desolazione di un ripemnsamento, di un abbandono...situazione da film, rara in realtà ma nemmeno tanto. Può capitare e tu ci hai fatto calare in quel clima. Ciaociao.

Giacomo C. Collins 11/05/2020 - 19:38

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Secondo Jung le azioni più difficili permettono di sopravvivere; il racconto sfida l’avventura emozionale, la espone e la rende vulnerabile. Di profondo influsso psichico.
Ciao Giuseppe


GiuliaRebecca Parma 10/05/2020 - 19:08

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Caro Ernesto, un commento altamente riflessivo e vero. Grazie. Un commento che esprime il cosiddetto punto e virgola, in effetti lo sfarzo non sempre è sinonimo di rapporti di ottima qualità di due persone che non di rado si sposano per motivi realmente diversi. I matrimoni più felici... quelli più umili ma ricchi di sentimento? Punto di vista insindacabile il tuo. Riguardo il fuggir via all'ultimo minuto nei film accade spesso, nella realtà in realtà credo quasi mai.
Ti auguro buona domenica.

Giuseppe Scilipoti 10/05/2020 - 13:47

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Caro Giuseppe, non voglio dire che sono spesso le donne che rinunciano quando la cosa si fa difficile, ma quasi...
Anche perché è il matrimonio in sè che è problematico oppure lo è diventato da quando per sposarsi bisogna rincorrere lo sfarzo...
Come tu racconti lo sfarzo preparato e reso deserto non vale nulla anzi colpisce profondamente per la descrizione che ne fai...
Ma dimmi non ti è mai capitato di vedere una situazione di rappresentazione del Nulla negli sguardi di sposi appena sposi?
Viceversa non hai mai partecipato a matrimoni sulle aie dei contadini che, sia pur nella rozzezza, sprizzavano felicità da tutti i pori già affaticati dallo smaltimento del sudore e del fumante vino?
Talvolta aspetta invano la stanza da banchetto già imbandita anche quando l'uomo trova il coraggio di togliersi dalle scatole sull'altare e se ne va...
Ma dove mi domando?

Ernesto D’Onise 10/05/2020 - 13:12

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Grazie Santa, Anna Maria e Maria Luisa Bandiera per i vostri commenti, tutti centrati.
La parte centrale del racconto risulta quella dove ho cercato di concentrarmi per la maggiore attraverso le dovute e contenute descrizioni e per di più immettendo una tonalità di fosca poesia.
Le scelta dell'immagine del racconto è giustifica per far immaginare un esito contrario qualora i due fossero convolati a notte ovverosia un attimo prima che iniziale la festa, festa che invece è rimasta... vuota.

Giuseppe Scilipoti 10/05/2020 - 13:05

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Un pregevole racconto, una trama un po' triste con conclusione tra whisky e lacrime ..... tragici ripensamenti!

Maria Luisa Bandiera 10/05/2020 - 07:51

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Lei cambia idea all’ultimo momento, lui annega le lacrime nel brandy....in mezzo uno splendido testo che descrive la desolazione della situazione !
Spero di non avere sbagliato interpretazione...a volte mi capita, in tal caso chiedo lumi.
Un saluto

Anna Maria Foglia 09/05/2020 - 20:24

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Racconto molto attinente a questo momento, reso ancora più triste dall'immenso vuoto che in esso aleggia.
Quello che per tutti, o quanto meno, dovrebbe essere il giorno più ricordevole della propria vita alla fine ci devi rinunciare oppure rimandare a data da destinarsi. Brindare da soli porta tanta tristezza. Un finale con lacrime di delusione mista a disperazione. Una freccia che colpisce. Bravo Giuseppe.

santa scardino 09/05/2020 - 19:15

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