superbia
Dilaga la nebbiosa coltre:
è notte;
il mare ci abbandona sfrigolando;
echeggia per le nude
strade e piazze,
il tuono
di una voce mai udita:
voce incorporea,
cosmico urlo:
l'uomo soccombe
su sé stesso.
è notte;
il mare ci abbandona sfrigolando;
echeggia per le nude
strade e piazze,
il tuono
di una voce mai udita:
voce incorporea,
cosmico urlo:
l'uomo soccombe
su sé stesso.
Scaturì
dall'abisso la memoria,
attesero le stelle
quel ritorno;
Si frugò tra le tenebre
e le braci
scoprendo l'uomo,
e si lanciò la freccia
fulminante altri
scheletri viventi:
ne'manco'
la vendetta.
Non ci fu grande amore,
né più pene:
solo per sé si volle
la pienezza;
e la noia riprese
la sua superbia,
fu lesta nel bersaglio:
non pensarci,
uomo nuovo,
tu cedi al traino grave
del soccombente amore.
Nell'immenso dolore
mi impersono
e ne vengo distrutto
in dubbi e pene,
scoppiando per atroci notti insonni.
            Perché
            l'emendazione del peccati
            Si sconta con dolori 
            più pesanti?
            Oh, vieni,indifferenza...
 Opera scritta il 12/12/2017 - 01:38
Opera scritta il 12/12/2017 - 01:38Letta n.1128 volte.
                        			
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Commenti
Grazie.. gentilissimo..
 Dave Giacobs
Dave Giacobs   13/12/2017 - 00:27
 13/12/2017 - 00:27 --------------------------------------
si commenta da sè nella sua pienezza
dico solo bella! Dave 5*
 Dave 5*
dico solo bella!
 Dave 5*
 Dave 5* enio2 orsuni
enio2 orsuni   12/12/2017 - 11:03
 12/12/2017 - 11:03 --------------------------------------
  
            
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