Il violino a tracolla
In un ruvido accordo
andò via,
di archetto nel
bicchiere del vino
sui fili del telefono
nella strada vuota.
andò via,
di archetto nel
bicchiere del vino
sui fili del telefono
nella strada vuota.
Dai gradini di una
chiesa guardò
scorrere la pioggia
come altro non fosse
che fatica di vivere,
verso sé.
Fece quasi per
scivolare dai punti di
vista
nella ferocia di troppi
addii di schiena,
in una gabbia di ossa
facendo ruotare
dell’altro vino
nello
sfuggire
delle
lacrime.
Quando il cuore smise
di sentire.
A tracolla il violino
scordato.
Come l’anello sulla parete del bicchiere,
la pioggia lungo i vetri della stessa casa.
(Anello di lacrime)

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Commenti
Grazie per le vostre parole, poetesse.
Francesco, mi hai letto nell'anima...incantato
Francesco, mi hai letto nell'anima...incantato


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Vediamo se la mia percezione nel leggere la poesia è quella che realmente l'autore vuole esprimere: il ruvido accordo, un qualcosa di disarmonico e come potrebbe essere altrimenti quando la strada è vuota o si svuota, la pioggia intesa come lacrima sgorgante del mondo, e il cuore sente la sofferenza esistenziale, il vino, forse per dimenticare, ma l'anello lasciato sul bicchiere vuoto fa ricordare e allora via con il violino scordato e il lacrimare dell'umanità. Questo è quello che ho percepito.


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Molto difficile da comprendere... si leggono molto chiaramente note di dolore che però non scivolano via come la pioggia. 



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Pare un singhiozzo, con la potenza di uno schianto,in ogni strofa ci si trova dell'anima, intesa come esplosione di un sentire molto profondo. Trovo tutta molto bella e con un significato suo, intrinseco. I miei complimenti.





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