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Le istruzioni sono:

Con questo incipit scrivi una storia:
“Questa non è la mia storia e non sono sicuro (o sicura) di volerla raccontare, né di avere voglia di parlare dei miei sentimenti con degli estranei su un sito web. Suonerebbe fasullo, in un certo senso, nient’altro che un espediente per attirare l’attenzione. Ma ho delle cose da dire e devo farlo.” (dall’incipit di “Non ti credo” di Sophie Hannah, un thriller pieno di colpi di scena in cui alla protagonista è successa una cosa terribile, umiliante e spaventosa, che ha giurato che non l’avrebbe mai rivelato a nessuno. Ma succede qualcosa di grave che si decide a non convivere più con i segreti.)


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Ancora per molto

“Questa non è la mia storia e non sono sicuro (o sicura) di volerla raccontare, né di avere voglia di parlare dei miei sentimenti con degli estranei su un sito web. Suonerebbe fasullo, in un certo senso, nient’altro che un espediente per attirare l’attenzione. Ma ho delle cose da dire e devo farlo.”



Eh sì, la sicurezza di raccontare il cielo in un segreto mi sgretola i pensieri…
Era un mattino d’estate quando le luci entrano nella stanza, filtrando nelle insenature dei ricordi e dei miei sonni. Faceva caldo e le finestre erano spalancate ai sogni dei miei pensieri.
Improvvisamente citai nel vuoto “ Non ti credo”- Mi svegliai con impulsività e quasi paura del ricordo, gridando al sole nascente dalle finestre la mia spaventosa abilità a voler sempre nascondere le cose al mio inconscio. In realtà non era paura, ma, bensì, un tuonare e lasciar andar via un desiderio che attanagliava gli anni. Incurante del poi, avrei lasciato un segreto morire nel suo cassetto.
Ebbene nel suo avvicendarsi di momenti, la vita mette sempre una sosta al dire, al fare e al sentirsi fermi in un calendario di eventi che lasciano presagire tutte le certezze che sfumano. Volevo andar via, saper affrontare nuove scene di vita, ma lasciai sempre la mia certezza offuscarsi dietro la realtà delle cose ove uno spazio poteva essere più efficace di mille giorni di percorso.
L’alba continuava il suo viaggio attraverso i colori del cielo, ormai aperti al mondo, ed io mi rintanavo nei pensieri a cercare una fine al mio dire.
Cupi erano i respiri accesi dietro la verità che timida riusciva a implorare dietro parole piene di sensibilità anche se un po' apparente.


Era tardi, nei misteri degli anni alcune cose erano andate perdute, o forse, lasciate, ad appassire all'alba dei non ci credo! Volere tutto e niente riusciva a dare un senso anche se meno serioso alla vita.
Dopo tanto pensare decise che il verbo sarebbe rimasto nella tasca dei pensieri ancora per molto...


un giorno avrei aperto la vita al mio cuore...




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Scrittura creativa scritta il 08/09/2017 - 17:11
Da Maria Rosaria Bottigliero
Letta n.1347 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Un racconto breve, esistenziale ed espressivamente poetico.. Mi è piaciuto

Francesco Gentile 09/09/2017 - 12:39

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