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Ho navigato
in cattive acque
per mantenere la retta via,
ma a chi sostiene di conoscermi
è bastato qualche click
per ritenermi da terapia.
Solo perché sto bene con le mani
nel sacco delle patatine sulle strade
della rete, le chiamano dipendenze.
Con l’aria viziata sull’interfaccia
nel mio motore di ricerca guardo
sfondi, mentre loro sputan sentenze.
Patologia compulsiva folciscono,
curabile con astinenza dal web.
E quoziente relazionale represso.
Nocumento nelle principali aree, le
loro: li ho sentiti parlar del conte Iad!
Ottusi, ho lo schermo antiriflesso…


scollio: ho cercato di trattare, spero con la giusta leggerezza, il disturbo da dipendenza legato ad utilizzo intensivo e ossessivo di internet in tutte le sue forme che insieme alla selfite è la nuova psicopatologia del millennio



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Poesia scritta il 24/03/2019 - 17:05
Da Mirko D. Mastro
Letta n.1012 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Ogni cosa va usata con la giusta dose quando si eccede anche il buono diventa cattivo. Metterlo in versi è un'arte tutta tua. Complimenti. Un caro saluto.

santa scardino 24/03/2019 - 22:21

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Giuste precisazioni e constatazioni, amico Mastro! Bravo!

John Sirrom 24/03/2019 - 21:19

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l'hai fatto con la delicatezza che ti contraddistingue ed anche con una notevole competenza. E' vero, ne risentono i rapporti interpersonali ed è altrettanto vero, che a volte una terapia è necessaria, ma quello che lascia interdetti è la domanda: perchè?
molto bravo Mastro, anche in questo campo...

laisa azzurra 24/03/2019 - 20:05

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In rete si ma sempre con moderazione. Purtroppo molti non riescono. Davvero molto apprezzata. Grazie per averla condivisa

MARIA ANGELA CAROSIA 24/03/2019 - 19:56

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E ci sei riuscito, a trattare con leggerezza queste patologie, sperando si riesca ad alleviarne i sintomi.
Ed ora sorridi, che ci facciamo un selfie!

Millina Spina 24/03/2019 - 17:58

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