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Alegher legnamče

Faseva el legnamče e quand’era notte,
Giuseppe coi calzari dalle suole cotte
al suono dell’armonica a bocca
scriveva una nuova filastrocca.
Con le braghe logore e con le toppe
le ore in bottega oramai eran troppe,
facendosi spazio con la mano tra la segatura e parole dotte,
a Bčrghem děsan marengů, tapino scriveva quand’era notte.
Con le rime e con i suoni
per i bimbi, quelli buoni
canterellava tra l’ombrello e la mattina
sotto lo sguardo della scopa di saggina.
In compagnia di fogli e calamaio
ne ha vergate quasi un centinaio,
siede ora nella sua bicocca
strocca e fila, fila e strocca.
Rima viene, sosta prima d’andar via;
a volte resta con lui come una poesia.
Il vecchio falegname le ossa ha tutte rotte
e il suo cuore, pure quello č pien di toppe
ma tra i germogli, con gli anni sulle spalle
il suono dell’armonica s’ode fino a fondovalle.



nota:
mimosa profuma gradita,
come una mela
fino al suo torso.
Allegra nei giardini di
marzo, come filastrocca
fuori concorso



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Poesia scritta il 02/03/2022 - 16:38
Da Mirko D. Mastro
Letta n.530 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Simpatica, bravo

Mary L 05/03/2022 - 11:58

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Grazie

Mirko D. Mastro 04/03/2022 - 06:12

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bellissima.

mario Righi 03/03/2022 - 16:38

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Che simpatica filastrocca!

Maria Luisa Bandiera 03/03/2022 - 07:38

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Le filastrocche mettono buon umore qualunque sia il soggetto, se poi escono da una penna come la tua..diventano una dolce melodia. Ciao Mirko.

santa scardino 02/03/2022 - 21:55

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notevole Mirko mezza filastrocca
mezza poesia insolita . Bella bella!!

Anna Cenni 02/03/2022 - 19:03

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Che bella!
Dolce e malinconica.
Assai piaciuta...

Marina Assanti 02/03/2022 - 18:33

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