Di miei Alberi,frammenti.
Tra le smeralde colline
il Salice piangente,
mi donò una poesia,
una notte d'estate.
Come un'antica matrona,
la Quercia mia adorata,
sul lapis tuo s'impresse
sfoderando un mio sorriso.
Primavera mi sai baciare,
coi tuoi Peschi profumati
coi Ciliegi sparpagliati
in petali nel selciato.
Non posso che ammutolirmi,
dinanzi a voi grandiosi,
Cipressi miei maestri,
d'un era ormai perduta.
Ma nei passi dell'Eterna,
sono loro i divini,
superbi e vinti mai,
romani,audaci Pini.
il Salice piangente,
mi donò una poesia,
una notte d'estate.
Come un'antica matrona,
la Quercia mia adorata,
sul lapis tuo s'impresse
sfoderando un mio sorriso.
Primavera mi sai baciare,
coi tuoi Peschi profumati
coi Ciliegi sparpagliati
in petali nel selciato.
Non posso che ammutolirmi,
dinanzi a voi grandiosi,
Cipressi miei maestri,
d'un era ormai perduta.
Ma nei passi dell'Eterna,
sono loro i divini,
superbi e vinti mai,
romani,audaci Pini.

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Commenti
Il fiorire della primavera raccontato fastosamente in questi versi e i tuoi alberi ne sono il completamento , loro che svettano su tutto e resistono al tempo...raccontandoci la vita ! Composizione deliziosa!





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Veramente piacevole condivido i commenti precedenti.


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Hai verseggiato in un bellissimo altalenare di alberi senza perdere la musicalità della poesia ed il suo scorrere piacevole. 



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Bellissima!
La chiusa poi è magica come i Pini...
La chiusa poi è magica come i Pini...


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