C'era una volta Eva.
Eva era una allieva, non so di cosa, lei non pensava e se lo faceva pensava sempre a una cosa. Era una fuori-corso, forse per questo andava sempre di corsa, tra i capelli portava un nastro rosa che alla festa della nonna sostituiva con una mimosa.
Eva era una allieva, non so di cosa, lei non pensava,
e quando pensava si stufava e se si stufava beveva,
come un'ossessa beveva, si ingozzava di whisky, grappa,
vodka, cognac, e quant'altro, e si ubriacava, e se si ubriacava non parlava (sinceramente non lo faceva
nemmeno da sobria) semmai sparlava, sparlava e non si conteneva e diceva... boh, non so cosa diceva.
Se non la conoscevi pensavi che si faceva e invece no, non si faceva, perlomeno i bene informati dicevano che non si faceva,semmai si faceva fare e beveva, beveva e si ubriacava e sparlava.
Eva era un'allieva non so di cosa, nessuno la conosceva, se delle sue convinzioni si convinceva insisteva, come una bestia si batteva si connetteva e dibatteva, nul...
(continua)
La tipizzazione esoterica normodotata si incunea surrettiziamente in un incunabolo insulino dipendente, estraniato altresi da una sorta di cerchiobottismo luciferino privo, ovviamente, di effetti stroboscopici gluten-free senza olio di palma.
Ordunque, la sovrapposizione cartilaginea delle branchie del tonno pinna gialla dell'isola di Giava, sicuramente non giova, per Giove!, alla reintroduzione forzata di questa pietanza nei menù dei ristoranti, aperti per il solo asporto, abituati all'uso sconsiderato della bottarga di muggine e dei suoi figli.
Finalmente scevri da codeste parafilie piroclastiche suburbane, potremo rifocillarci serenamente nei tranquilli week end di paura sulle montagne russe del parco divertimento di Mirabilandia in compagnia di un gruppo di ottuagenari in viaggio premio vinto col concorso indetto dalla famosa casa produttrice delle supposte per la stitichezza "Vacagher"... eee vai col liscio...!!...
(continua)
Sarò allo scrittoio con uno di quei golfini senza le maniche
sotto la giacca di velluto marrone a scrivere e guardarti
preparare una di quelle leccornie o a prenderti cura delle piante del balcone.
Coi tuoi capelli bianchi, e ancora la freschezza dei trent’anni.
Continui a fare la piega al lenzuolo dov’è il mio cuscino,
anche se da poco meno di un anno ti guardo da una piega nel cielo.... (continua)
Alla domanda se è possibile scrivere una poesia sulla falsità, devo dire che ho pensato moltissimo sul tema e ho PENSATO che sia difficile perchè in realtà:
LA FALSITA' E' UNA BASE DEL NOSTRO IO: DIFENDE O ILLUDE CHI LA USA O FORSE E' NECESSARIA PER QUESTO MONDO.... (continua)
La Grande Statua con gli occhi vitrei rivolti verso il cielo non si lascia impressionare dai violacei e violenti fulmini.
Massiccia e ben levigata la figura, impassibile l'espressione, impossibile rompere quel cuore di pietra.
Consapevole di non poter scendere dal piedistallo, con celata rassegnazione si ostina a non mostrare sentimento alcuno.
E i secoli passano....
(continua)