Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l''argomento è:

Le finestre a volte non hanno imposte, si aprono su…

Le istruzioni sono:

da una citazione di A. Tabucchi


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Per partecipare basta registrarsi gratuitamente ed accedere alla propria area privata dove si trova la pagina per la pubblicazione della scrittura creativa.
Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



Lista Generale

     
 



L'incidente

Ricordo che ero in un letto d'ospedale. Immobilizzato, non ero in grado di parlare, né di connettere efficacemente. Sentivo vagamente delle voci provenienti dalla stanza, dove ero ricoverato, che parlavano di un’emorragia cerebrale localizzata ma devastante. Credo stessero parlando di me, a qualche mio parente o amico, (penso Claudia) ma non so o non ricordo a chi. Sono stato trasportato al Pronto Soccorso, dove sono rinvenuto per pochi secondi, paralizzato completamente; dopo di che sono svenuto ed entrato in coma. E poi, credo di essere morto. Comunque se sono morto, non ho provato alcuna sensazione speciale. Non mi è apparso Dio, non ho visto luci celestiali, non ho sentito voci ultraterrene. Dopo un periodo di tempo mi sono svegliato e la prima impressione fu che ero ancora in un letto d'ospedale. Perfettamente sveglio, perfettamente a posto, e in grado di muovermi. Tant'è che mi alzai sul letto stesso, reggendomi sui gomiti. Non mi accorsi subito di essere completamente nudo. Mi a... (continua)

Savino Spina 12/07/2019 - 18:59
commenti 0 - Numero letture:1035

Argomento: AMNESIA

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Sul filo corre la voce dell\'amore

Non so quanto tempo è passato, so che ho aperto gli occhi e ho avuto paura.
Ho controllato il respiro, è la sola cosa che mi è venuta spontanea, spingere l'aria nell'addome e farla uscire, lenta, dalla bocca. Capisco che sto meglio perché la vista non è più annebbiata.
Non so dove sono, anche questo adesso è chiaro. Non so chi sono, mi percepisco attraverso la paura mentre i pensieri fuggono.
Sono in un letto, accanto ce ne sono altri due appoggiati alla parete opposta.
Dove sono stesa c'è una coperta sul pavimento, color arancio, come quelle sugli altri due letti, in ordine al contrario del mio. Al di sopra di questi una foto grande, un uomo molto bello con gli occhi azzurri. Forse sono verdi, come i disegni sulla tenda che, lunga, copre tutta la finestra.
Entra un po' di aria e la spinge leggera verso un mobile, c'è un mangiadischi dello stesso colore delle coperte, ecco le coperte di ciniglia. Capisco che cosa sono gli oggetti, i colori...perché non so che cosa c'entro io con ... (continua)

Grazia Giuliani 12/07/2019 - 12:30
commenti 11 - Numero letture:1243

Argomento: AMNESIA

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Milano sotto il paltò

Mi capita di travestirmi da me stesso e bagnare la gola in qualche localino sui Navigli, o di sedere
al tavolo di un imprecisato ristorante in Brera.
Coppie che ne scrutano altre, anch’esse taciturne, il cui unico dio rimasto vivo gode del dito
ancorato alla tastiera. E’ comprensibile che tra Adamo ed Eva la conversazione fosse difficile
in quanto non avevano nessuno di cui sparlare, ma…
Presto saturo, insieme al paltò mi eclisso nelle viette e in quel particolare crocevia mi dico
che non scriverò più d’amore e condiscendenza. Un uomo ci ha provato e lo hanno crocifisso.
Il televisore di un bistrot… e poi nella testa solo scighera.
Con il cinguettio del cardellino da suoneria nel telefono trilla la sveglia, e forse l’unico dio rimasto
vivo è il senzatetto che deve avermi offerto la sua coperta.
Ho l’emicrania, e puzzo di alcool… e non ricordo che ci faccio in questo posto, e cosa sia
questo posto. Spegnendo la suoneria trovo una chiamata senza risposta, Celeste…
E ancor... (continua)

Mirko D. Mastro 11/07/2019 - 20:10
commenti 5 - Numero letture:1009

Argomento: AMNESIA

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IL RISVEGLIO

Un mattino una luce scialba inondava la stanza azzurra, dove il bianco del letto e i candidi camici del personale in quel luogo, indifferenti andavano e venivano. Era l’ospedale Cristo Re, distesa in un letto aprivo gli occhi dopo tanto tempo che mi sembrava una vita, anche se della mia vita non avevo nessun ricordo. Nascevo ora, la mia mente era mutilata non sapevo neanche il mio nome. I fatti più intimi erano stati inghiottiti in un abisso profondo, il trauma subito aveva inciso il cervello, l’archivio dei miei ricordi era andato perduto insieme ai legami affettivi. Dovevo tornare alle origini, riaffermare il mio stato, ero solo una larva che si autodistruggeva nel tentativo di ricordare…Chi ero? Come mi chiamavo? Il desiderio di avere risposte mi creava ansia, rinnegando ogni possibile soluzione ero immobilizzata da fantasmi senza volto, senza storia. L’uomo è una macchina e il mio corpo reagiva come tale, ma avevo bisogno della mia entità. Nella tarda mattina un gruppetto di person... (continua)

mirella narducci 09/07/2019 - 19:37
commenti 7 - Numero letture:1051

Argomento: AMNESIA

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